Lo Sguardo e la Voce raccontata da Giangiacomo Colli in un’intervista su Cosmotaxi

In foto Giangiacomo Colli

Ripensare il presente attraverso la riflessione e la sperimentazione condivisa. Attorno a questa esigenza sociale e culturale nasce l’associazione di promozione sociale Lo Sguardo e la Voce, come ha spiegato Giangiacomo Colli, vicepresidente dell’Associazione, in un’intervista rilasciata all’autore e regista teatrale Armando Adolgiso. L’articolo è pubblicato sul sito www.nybramedia.it, nella sezione Cosmotaxi.

Alla base dell’iniziativa c’è la spinta verso quel pieno sviluppo della persona umana richiamato nell’articolo 3 della Costituzione italiana “e, di conseguenza, la necessità di una crescita civile e responsabile della comunità“, precisa Giangiacomo Colli.

Nel delineare brevemente la storia del nuovo progetto associativo non manca il riferimento al decreto legge n.117 del 3 luglio 2017 che ha promulgato il Codice del Terzo Settore, nei cui termini si inquadra pienamente l’Associazione.

“Questo decreto” – continua il vicepresidente di Lo sguardo e la voce – “rivela una vitalità della società italiana a cui la politica in senso stretto non sa più rispondere. Una vitalità che, nel nostro caso, si esprime nel bisogno di creare visioni del mondo e modi di essere in relazione consapevoli, empatici e creativi“.

L’intervista prosegue poi con la descrizione delle proposte educative e formative dell’Associazione, tra cui spicca il corso in counseling filosofico e pratiche filosofiche, che abilita all’esercizio dell’attività di counselor filosofico.

Un orizzonte, quello del counseling filosofico, che a “differenza delle psicoterapie non si rivolge a persone che soffrono di disturbi psichici e non si propone in nessun modo come terapia poiché non diagnostica né cura eventuali malattie ma affianca la persona alla scoperta delle proprie risorse e peculiarità in funzione del superamento di problemi esistenziali ed etici“.

Ciò che distingue Lo sguardo e la voce rispetto ad altre iniziative analoghe nel campo delle pratiche filosofiche, specifica l’intervista, è “l’attenzione alla dimensione atmosferico-espressiva“. Al centro di questo approccio c’è l’applicazione pratica del concetto filosofico di atmosfera, che – come scrive Fulvia Galli della Loggia – “si muove, per sua stessa natura, tra oggettivo e soggettivo, tra esterno e interno, si impasta di mentale e fisico configurandosi come sintesi del vissuto.”

Su questo terreno converge anche la ricerca e l’attività educativa, promossa, nel campo delle arti sceniche, da Giangiacomo Colli, regista e attore di teatro, da molti anni dedito alla pedagogia teatrale, con corsi di avviamento all’espressione, commedia dell’arte e storytelling.

Come racconta il vicepresidente dell’Associazione alla fine dell’intervista: “Il mio contributo, in questo senso, è consistito in un naturale accasarsi dei miei criteri pedagogici nell’ambito delle arti sceniche in un luogo dove l’atmosfera non viene solo, diciamo così, sfruttata a fini conoscitivi e interpretativi – e qui la lezione del mio maestro Orazio Costa, ma anche il mio studio di dottorato sulle due produzioni della “Tempesta” di Shakespeare dirette da Giorgio Strehler sono stati fondamentali – ma riconosciuta come condizione vitale dell’essere umano”.